ll classico nell'arte, modernità della memoria dall'Arte Greca a Bernini, Paolini e Pistoletto inaugurato il 7 febbraio alla Gamec di Bergamo è un percorso espositivo che intende mostrare il rapporto tra la classicità e il contemporaneo nell' arte.
Gli artisti contemporanei si presentano allo spettatore con le loro reinterpretazioni, citazioni, riletture di opere appartenenti all'antichità classica greco-romana, rinascimentale o di epoca moderna attraverso personali chiavi di lettura che dimostrano ancora una volta, come il passato sia più che mai attuale,e di come vi sia una persistente linea di congiunzione che lo lega al presente senza soluzione di continuità.
Apre la mostra una video installazione di Vanessa Beecroft VB62/Spasimo Palermo, in cui protagonisti sono corpi femminili impegnati in una performance, immobili, completamente dipinti di bianco: l'artista rende omaggio alla scultura neoclassica di Antonio Canova e al barocco siciliano.
Rimanendo in tema di corpi, di fisicità non può non esserci un riferimento alla plasticità scultorea di Michelangelo e le opere presenti in mostra sono più di una: due copie di opere di artisti manieristi di metà '500, a lui contemporanei, sconosciuti, che reinterpretano la Pietà vaticana e la Leda con Cigno e, Pyre Woman Kneeling di Kiki Smith: un non finito michelangiolesco che simboleggia la persecuzione femminile, tematica ancora così attuale.
Il collettivo artistico Ferrario Frères utilizza la stampa fotografica scegliendo Courbet ed il suo realismo per misurarsi con il passato dando vita ad un atelier contemporaneo con artista e astanti.
Il riferimento è ad Atelier, opera che G.Courbet realizzò nel 1855 e Funerale a Ornans 1849. In un'altra opera fotografica trasformata in chiave pittorica, Piero e il suo doppio l'artista friulano G.Colin è al polittico della misericordia di Piero della Francesca cui si ispira: L'iconografia dell'artista aretino attraverso una fusione con la fotografia Ospedale per ciechi del fotografo tedesco August Sander, restituisce un' immagine d'impatto, giocata sull'assonanza di significati.
Una serie di volti campeggiano sulla parete di fondo della IV sala: si tratta di disegni di un ignoto artista lombardo quattro/cinquecentesco ascrivibile alla cerchia di Leonardo. Anche in questo caso, come per Michelangelo, la lezione riguardante il disegno e non solo dell' artista di Vinci è stata fondamentale per la cultura artistica milanese di quegli anni. Il Baccanale di Carpioni, l'Andromeda di P. Bernini, entrambe custodite all'Accademia Carrara, rappresentano l'ammirazione degli artisti secenteschi per la statuaria antica che si fece ancora più vivo nel settecento ed un esempio è L'erma con il doppio ritratto di G.Volpato: un pittore ed un letterato contemporanei dell' artista sono effiggiati secondo le modalità della statuaria antica.
Anche Michelangelo Pistoletto con la Venere degli stracci si rifà alla statuaria antica, coniugando l'ideale di grazia e bellezza della dea con un contesto di quotidiano decadimento metafora della società attuale.
Video 2008
L'opera presente in mostra è una videoinstallazione di una performance realizzata dall'artista nel 2008 presso la chiesa di S.Maria dello Spasimo a Palermo.
La registrazione audiovisiva documenta la performance ideata da Vanessa Beecroft, compiuta da un gruppo di donne dal corpo nudo, completamente dipinto con gesso bianco a simularne la statuaria classica.
A differenza delle prime performance degli anni '50 in cui vi era una interazione con il pubblico qui, vi è una netta divisione fra performers e spettatori, i corpi femminili si confondono con le sculture in gesso, espressione figurata delle problematiche attinenti la tematica della condizione femminile spesse volte affrontata dall'artista genovese.
2004 Da Piero della Francesca il "Polittico della Misericordia" da August Sander "Ospedale per ciechi".Stampa Lambda su Kodak Endura montata con plexiglass.
L' opera fa parte del ciclo di opere intitolato "Piero e il suo doppio" che mette in relazione i dipinti dell' artista aretino con le ricerche fotografiche di August Sander.
L' ampio manto della vergine accoglie una suora circondata da orfani ciechi ritratti dal fotografo tedesco agli inizi degli anni '30.
il realismo fotografico di Sander è messo in rapporto con la pittura moderna di Piero della Francesca: evidente il contrasto tra il bianco e nero della fotografia ed il fondo oro del dipinto.
1665-1670 Bergamo, Accademia Carrara, Collezione Carrara, 1796
In quest' opera la citazione dall' antico è offerta dal soggetto scelto dall' artista. Il baccanale, festività romana propiziatoria in onore del Dio Bacco si presta all' esibizione del nudo simbolo di perfezione e bellezza in epoca greca
1967, copia espositiva su carta
Giulio Paolini cita l' opera di Lorenzo Lotto "Ritratto di Giovinetto" del 1505, realizzando una copia del dipinto su carta.
Paolini pone la sua attenzione sulla modalità di percezione dell' opera da parte dell' osservatore. Cme dice il titolo stesso è Il giovane che guarda Lorenzo Lotto e non il contrario, invertendo così il modo di concepire l' opera:l' artista la realizza ma è al contempo spettatore.
1785-1798 Biscuit di porcellana Accademia Carrara Bergamo Collezione Federico Zeri, 1998
Giovanni Volpato fu un artista settecentesco specializzato nella realizzazione di sculture di piccole dimensioni che si ispirano alla statuaria antica.
il settecento fu il secolo che più di ogni altro segno' un rinnovato interesse per l' antico grazie alle campagne di scavo archeologiche condotte a Pompei, Ercolano e Tivoli.
Volpato riprende la tipologia dell' erma romana, con funzione celebrativa creando un doppio ritratto di Raphael Mengs, pittore, storico e ritico dell' arte tedesco e Josè Nicolàs de Azara diplomatico e collezionista d' arte spagnolo.
Stampa digitale su carta Gamec-Accademia Carrara Bergamo
Con quest'opera il collettivo artistico Ferrario Frères rende omaggio, in chiave contemporanea, a due opere fondamentali del realismo francese dell'800 Atelier (1855) e Funerale a Ornans (1849) di G.Courbet. Atelier scena III è una stampa fotografica su carta ed è parte di un trittico incentrato sul tema del ruolo dell'artista nella società odierna.
Collezionisti, critici esponenti politici ed artistici della vita cittadina bergamasca sono astanti convenuti a celebrare le esequie dell'artista, essi sono disposti a fregio come in Funerale a Ornans e la scena è ambientata nello studio dell'artista (citazione di Atelier di Courbet).
L'artista contemporaneo recupera l'arte del passato dandone testimonianza nel presente: un'arte che sembra morire, svanire con il passare di un'epoca ma che successivamente rinasce mediante nuove interpretazioni e nuovi stili. L'esposizione è ben pensata, nella scelta delle opere e nell' allestimento, forse a tratti non così immediata per il fruitore che può non avere tutti gli strumenti necessari utili ad inquadrare nel tempo e nello spazio le opere che vengono presentate.
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