Il Credito Bergamasco fino al 2 novembre, ospita presso la sede
principale dell'istituto di Largo Porta Nuova a Bergamo la mostra dedicata all'artista
veneziano dal titolo "Lorenzo Lotto. I capolavori della Santa Casa di
Loreto".
L'esposizione che presenta nove opere provenienti dal Museo Antico
Tesoro della Santa Casa di Loreto è una testimonianza degli ultimi anni di vita e di lavoro di
Lotto nel periodo forse più mistico e di maggiore raccoglimento del pittore.
La sua appassionante vicenda umana e artistica lo rese diverso
dai suoi contemporanei. Egli fu un artista di indubbie capacità che non riuscì
mai pienamente ad affermarsi sulla scena artistica veneziana, schiacciato dalla
determinante presenza di Tiziano Vecellio che dominava indiscusso l'ambito artistico
lagunare.
Non si può non notare una certa diversità di linguaggio rispetto a
Giovanni Bellini, maestro della sua prima formazione.
Lotto elaborò uno stile
originale, improntato al movimento, al realismo derivante dalla pittura nordica
e al colore vivace. Per molto tempo, all'incirca quattro secoli, la critica non lo
ha considerato con la dovuta attenzione, "etichettandolo" come artista provinciale.
Nella prima metà del Novecento fu grazie agli studi condotti dallo storico dell'arte Bernard Berenson che il pittore iniziò finalmente ad essere apprezzato e riconosciuto come grande artista rinascimentale quale
è stato.
Lotto a partire dal 1938
iniziò a redigere Il Libro delle spese diverse, un manoscritto importante che oltre a fornire
informazioni utili di carattere economico, come le entrate e uscite, raccoglie
una serie di riflessioni ed annotazioni personali.
Questo registro sul quale scrisse fino al 1556, anno
probabile della sua morte, si è rivelato molto utile per delineare in modo
esaustivo la sua carriera artistica e le
sue vicende personali.
L'artista veneto tra 1513 e il 1525 soggiornò a Bergamo dove lavorò intensamente e portò a compimento splendide opere tra ritratti, opere di devozione privata e pale d'altare. Non possiamo non ricordare opere come Il Matrimonio Mistico di S. Caterina d'Alessandria, La Pala di S. Bernardino, La pala di S. Spirito, Il Ritratto di Lucina Brembati e la vivacità narrativa degli affreschi di S. Barbara e S. Brigida dell'oratorio Suardi di Trescore Balneario.
Bergamo fu per lui una tappa importante infatti, qui raggiunse la sua maturità artistica. Il periodo che trascorse in città è considerato il più felice a motivo anche delle importanti commissioni ricevute da nobili locali e mercanti.
Lotto fu un uomo irrequieto: il suo peregrinare da una città all'altra ne è una dimostrazione. Egli compì brevi soggiorni a Treviso, a Venezia nelle Marche e Roma, spesso capitava che facesse ritorno in queste località per ottenere nuove commissioni o portare a termine dei lavori.
Dopo aver lasciato la città orobica, si spostò nuovamente nelle Marche e poi ancora a Venezia fino a stabilirsi definitivamente a Loreto nel 1552, presso il convento mariano della città. Un paio di anni dopo decise di farsi oblato donando tutti i suoi beni al santuario.
I religiosi lauretani commissionarono a Lotto la realizzazione di alcuni dipinti per la Cappella del coro, ora custoditi all' interno del Museo Antico Tesoro della Santa Casa di Loreto. Giorgio Vasari nella seconda edizione delle Vite, quella del 1568, fornisce informazioni valide a riguardo. Grazie a lui sappiamo che Lotto realizzò appositamente due opere la Presentazione al Tempio e l'Adorazione dei Magi mentre le restanti erano già pronte, forse frutto di qualche vendita non andata a buon fine.
Le opere nel salone di ingresso
Nel salone d'ingresso la prima opera che si presenta direttamente davanti al visitatore è una grande tela raffigurante San Cristoforo tra i Santi Rocco e Sebastiano 1532-1533(fig1). Appaiono immediatamente evidenti la fisicità e la vigorosità del santo protettore dei viandanti rispetto ai santi laterali. Secondo la leggenda il santo traghettatore sorregge sulla spalla Gesù Bambino il cui peso smisurato allude dal punto di vista simbolico al peso del mondo del quale San Cristoforo si sente responsabile.
La scena è ambientata in uno splendido paesaggio marino nel quale si possono intravedere anche alcuni delfini che guizzano dall'acqua.
Questo è un esempio di come per l'artista i dettagli fossero molto importanti, allusivi alla spiritualità come in questo caso oppure semplicemente ironici come nell'opera il Battesimo di Cristo (fig2) del 1544 visibile sulla balconata. Nelle acque del fiume Giordano alcuni uomini fanno il bagno mentre un altro si riveste: una scena quotidiana, di assoluta normalità se non fosse che a breve distanza nelle stesse acque Gesù sta ricevendo il battesimo, si sta compiendo un evento di eccezionale portata per l'umanità.
Nell'opera Cristo e l'adultera (fig3) del 1548 molti personaggi si affollano attorno a Cristo e alla donna colpevole di adulterio e perciò condannata secondo la Legge Mosaica alla lapidazione. I farisei discutono e gesticolano animosamente con la precisa volontà di giudicare ma Gesù dall'atteggiamento riflessivo e compassato ha già deciso per il perdono. Spiccano i colori tipici della tavolozza lottesca: i rossi, i gialli, i blu e il verde del panneggio dell'adultera che contrasta con il suo corpo latteo.
La presentazione al Tempio del 1555 c.a.(fig4) è considerata l'ultima opera di Lorenzo Lotto. Il dipinto è diverso da quelli eseguiti durante gli anni precedenti: non ritroviamo più la stessa luminosità pittorica, le figure appaiono accennate così come l'architettura che fa da sfondo all'episodio. La sobrietà, l'essenzialità della narrazione è forse ciò che interessa di più a Lotto, un uomo ormai settantenne affaticato dall'età e probabilmente da alcuni problemi fisici.
Le opere nel loggiato superiore
Nel loggiato al piano superiore del Palazzo sono disposti altri lavori dell'artista. Il Sacrificio di Melchisedech del 1545 (fig5) è un'opera che narra un avvenimento della Genesi ed è stata sottoposta a un intervento di restauro sostenuto dalla Fondazione Creberg. Grazie al lavoro praticato sulla tela ora la leggibilità della vicenda appare chiara, essendo stata riportata alla luce la sua cromia originaria.
Si possono vedere altri due dipinti che Lotto sicuramente realizzò coadiuvato da aiuti, il Battesimo di Cristo citato prima e l’Adorazione dei Magi del 1554-155 (fig6). L'ambientazione è semplice ed è dominata dai magi disposti in fila che attendono il proprio turno e la Sacra Famiglia riunita sulla parte destra. I colori sono terrosi ormai spenti.
La lotta tra il bene ed il male è affrontata dal pittore in San Michele caccia Lucifero (fig7) del 1545: L'angelo ribelle è ormai prossimo ad essere gettato nei pressi della terra e l'Arcangelo Michele gli offre un’ultima tardiva possibilità di salvezza. Questo dipinto è da mettere in relazione con Il Combattimento tra la Fortezza e la Fortuna infelice (fig8) del 1549, l’unico lavoro di Lotto a carattere profano presente in mostra.
La Fortuna sta per cedere di fronte alla tenacia e al rigore della Fortezza che ormai è pronta a sferrarle il colpo definitivo, senza darle alcuna possibilita' di redenzione . In entrambe le opere le figure sono speculari, lo scontro avviene in un cielo denso di nubi ma è l’azione a renderle diverse. Da un punto di vista religioso c’è sempre un'opportunità di salvarsi mentre nel caso della vita reale all'uomo questo non accade.
L'Adorazione del Bambino (fig9) del 1549 è l'ultima opera in esposizione: si tratta di una versione successiva alla Sacra Famiglia realizzata nel 1536 e conservata al Louvre, della quale riprende l'impianto compositivo con le due famiglie, quella di Gesù e quella del piccolo Giovanni radunate in un paesaggio tipicamente veneziano. Alcuni elementi fanno riferimento al destino sacrificale di Cristo come il bastone con la croce ed il lenzuolino bianco.
Dopo aver ammirato le opere in esposizione, credo non ci si possa congedare da Lotto senza la consapevolezza di aver ottenuto un arricchimento personale. La sua sensibilità, la profonda religiosità e la modernità della sua pittura non possono non lasciare un segno e questo rappresenta un buon auspicio per poter continuare la conoscenza dell’artista. "Bergamo è Lorenzo Lotto", i suoi capolavori sono ovunque, in città e provincia, pronti per essere scoperti.
X me Lotto ha una novita ':la provocazione, non è mai banale Cupido fa la pipi su Venere Maria, alla vista dell' Angelo, si spaventa e ci chiede aiuto, il gatto si inarca NICODEMO tiene il lenzuolo coi denti.. È moderno!
Ciao Tiziana, grazie molte per il tuo commento! L'originalità dello stile di Lorenzo Lotto, dettato soprattutto dalla resa psicologica dei personaggi ritratti, è ciò che lo avvicina alla nostra contemporaneità. Il critico d'arte statunitense B.Berenson lo definì alla fine dell'Ottocento un pittore moderno, fortemente interessato all'introspezione e alla descrizione della complessità dell'animo umano.