Kazimir Malevic pioniere
dell'arte astratta, stravolse completamente la concezione figurativa dell'arte
del XX secolo ed il suo modo di lavorare fu determinante per le conquiste
artistiche degli anni successivi. Sono trascorsi esattamente cento anni dalla
nascita del Suprematismo, movimento nato dalla sperimentazione creativa
dell'artista russo, interprete straordinario di decenni artistici che hanno
segnato la via dell'arte astratta.
La Gamec di Bergamo ospita fino al 17
gennaio 2016 una mostra antologica delle sue opere che testimoniano il suo
percorso di ricerca, iniziato con il simbolismo fino ad arrivare al quadrato
nero del 1914 opera in cui si può riscontrare la sintesi teorico-pratica del
movimento suprematista. Da questo momento in poi la sua dedicazione all'arte
sarà contraddistinta da una vivace sperimentazione non solo pittorica ma che
investirà anche il design e le arti applicate per giungere ad un ritorno alla
figurazione in cui si manterrà ancora radicato al Suprematismo, alla base della
componente espressiva di Malevic.
Il video dell'opera totale Vittoria sul sole, per la quale Malevic realizzò costumi e scenografia, introduce il pubblico all'interno delle prime sale nelle quali sono presenti i dipinti degli esordi in pittura dell'artista. Il Simbolismo è una componente importante di queste prime opere, influenzate da Il'ja Repin pittore russo da cui Malevic trasse ispirazione.
Alcuni esempi sono: Paesaggio del 1906 (fig.1), una delle prime opere note dell'artista, Studio per affresco autoritratto 1907 (fig.2), Studio per affresco Preghiera, 1907. Quest'ultimo dipinto che ha come protagonista una donna in preghiera, dalle forme stilizzate, appiattite trasmette un sentimento di solitudine e tormento. La pittura è emozionale, spirituale, guarda ad una dimensione interiore ed è messa in relazione alle icone bizantine per mezzo del colore giallo oro che pervade nella sua totalità la tela.
1906, Olio e tempera a cera su cartone, Museo Russo di Stato di San Pietroburgo
L'artista riprende la tecnica del pointelllisme francese dipingendo una fattoria che stentatamente si intravede dietro un bosco di betulle, protagonista del dipinto.
Gli anni dieci del Novecento segnano un accostamento dell'artista al Cubofuturismo attraverso le influenze dei principali esponenti del movimento tra i quali Natalia Goncharova, Michail Jakovevlev dei quali in mostra possiamo ammirare alcune opere.
Malevic in questo periodo realizza dipinti in cui è già presente un distacco dalla rappresentazione oggettiva della realtà, si può già intravedere il superamento del concetto di imitazione della natura verso il Suprematismo ovvero il mondo della non rappresentazione.
Nell'opera Vacca e violino del 1913 da uno sfondo cubista emergono le figure di una mucca e di un violino, un accostamento inconsueto di forme: la tradizione popolare russa nella prima e la citazione colta di Braque e Picasso nella seconda, mediante una legge dei contrasti che lascia poco spazio al quadro ancora inteso come mimesis del reale. Ma è soprattutto il dipinto Composizione con la Gioconda del 1914 (fig.3) che rappresenta una sintesi delle idee suprematiste di Malevic che furono teorizzate l'anno successivo in un manifesto programmatico con la collaborazione del poeta Majakovskij.
Il 1915 fu l'anno di nascita del suprematismo ed in mostra via via che si percorrono le sale possiamo vedere le prime opere totalmente astratte di Malevic, Quadrato rosso del 1915, Suprematismo del medesimo anno, fino ad arrivare al Quadrato nero opera simbolo del movimento artistico, il quale ulteriormente trasformato diede vita alla Croce nera e al Cerchio nero.
In Quadrato nero, forma e colore diventano assoluti: l'arte si fa nuova partendo dal grado zero della pittura, annullando tutti i precedenti artistici e aprendo la strada alle straordinarie espressioni dell'arte degli anni successivi.
1914, Olio matita e collage su tessuto Museo Russo di Stato di San Pietroburgo
Si tratta di un'opera manifesto dell'artista nel quale è evidente il suo programma d'intenti di superamento dell'arte antica che l'anno successivo si concretizzerà con la nascita ufficiale del suprematismo.
La ricerca di Malevic spazia dalla pittura alle arti applicate, al design, all'architettura per le quali egli intravede molteplici possibilità di superamento della tradizione, talvolta utopistiche ma pur sempre rivolte verso la volontà di cambiamento, di rinnovamento della vita.
In esposizione modelli tridimensionali di nuove abitazioni chiamati Architekton, porcellane con decorazioni a smalto suprematiste, nuovi oggetti della vita quotidiana. Dal 1919 al 1926 l'artista si concentrò sulla trattazione teorica delle sue sperimentazioni, dei suoi progetti.
In esposizione studi per motivi ornamentali per tessuti e bozzetti per la realizzazione di abiti suprematisti.
Una sala della mostra accoglie una serie di dipinti nei quali Malevic opera una fusione tra l'astrazione ed uno stile più figurativo, imposto dal regime stalinista ad ogni artista del periodo. Fondamentale per l'artista è l'ispirazione tratta dalle icone russe del XV e XVI secolo, dalle quali riprende la bidimensionalità dando vita ad una serie di opere come Testa di contadino del 1928 nella quale il ritratto di un contadino è reso attraverso una stesura piatta di colori contrastati. Anche lo sfondo risulta disarmonico: la quiete della civiltà contadina appare insidiata dagli aerei che la sorvolano minacciosamente.
Altre opere del periodo sono Contadina del 1930, Due figure maschili del 1930 (fig.4), Casa rossa del 1932 (fig.5) Queste opere sono pervase da un senso di inquietudine e di angoscia vissuta dall'uomo contemporaneo, alienato e sottoposto all'autorità del regime sovietico che arrivò ad imprigionare alcuni dissidenti tra cui lo stesso Malevic nella casa rossa della polizia dipinta dall'artista che richiama il quadrato rosso dipinto qualche anno prima.
Interessante è notare come alcuni soggetti vengano interpretati in maniera differente da Malevic e da altri suoi contemporanei come Pachmov, Dejneka, Samochvalov che furono più stringenti nell'aderire al realismo socialista.
La massa, il militarismo imperante, il comune sentire di appartenere alla nuova società che esalta l'industria, la tecnologia e lo sport sono le tematiche più rappresentative del realismo sovietico degli anni Trenta.
In esposizione Sportsmen del 1930-1931 (fig.6), un'opera in cui Malevic recupera il figurativo con colori antinaturalistici che rappresentano la libertà di espressione dell'individualità dell'uomo contro l'omologazione imposta dalla dittatura.
1930, Olio su tela Museo Russo di Stato San Pietroburgo
L'individualità in questo dipinto è completamente assente: le due figure, una accanto all'altra sono appiattite prive di volumetria, i volti sono assolutamente anonimi.
L'ultima sala raccoglie una serie di ritratti di influenza rinascimentale e dipinti i cui protagonisti sono operai e contadini. Autoritratto del 1933 (fig.7) è un dipinto nel quale l'artista si ritrae come l'esploratore Cristoforo Colombo, fondendo la tipologia di rappresentazione frontale del soggetto con la gestualità tipica delle icone e dei santi. Come il navigatore italiano, Malevic si è spinto oltre i confini convenzionali dell'arte proponendo una visione soggettiva della realtà.
Egli rincorse il raggiungimento di una nuova sensibilità nell'arte, la pittura doveva essere pura affermando solo se stessa; al bando ogni verosomiglianza, accenni di descrittivismo naturalistico, la rappresentazione diventò astratta, l'opera doveva essere contemplata per coglierne lo spirito, l'atto creativo dell'artista.
Nelle opere tarde il suprematismo non è scomparso anzi è ben visibile nella geometria delle forme, nei colori come in Ritratto della moglie dell'artista del 1933 (fig.8) dove il bianco riconduce al quadrato bianco del Suprematismo creando uno stacco decisivo dal fondale nero. L'artista in quest'ultima fase della sua ricerca artistica denominata Suprarinascimento, si ispirò ai modelli rinascimentali degli artisti del '400 ,sintomo di un ulteriore sviluppo della sua inventiva che virò verso i valori di esaltazione dell'individuo, della sua personalità che dell'umanesimo furono i principi fondanti.
1933, Olio su tela Museo Russo di Stato San Pietroburgo
L'artista si ispira al ritratto dei nobili cinquecenteschi compiendo il gesto tipico della vergine nelle icone ortodosse solito ad indicare il bambino via di salvazione.
La mostra è ben curata, l'evoluzione artistica di K.Malevic è illustrata molto bene ed emerge ancor più dal confronto con opere di artisti russi attivi sulla scena artistica. Molto interessante è stata la scelta di non concentrarsi esclusivamente sul periodo suprematista per il quale è diffusamente conosciuto ma sondare le tappe che hanno preceduto e seguito la nascita del movimento, consentono di conoscere meglio la sua estetica.
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