Le opere di Antonello da Messina in mostra al Mart di Rovereto fino al 12 gennaio rappresentano un excursus all'interno della produzione figurativa dell'artista quattrocentesco, del quale nonostante alcuni vuoti documentari si è riusciti a ricostruirne la vicenda artistica.
L'artista di origini sicule e formazione napoletana viaggiò molto durante gli anni '70 spostandosi dalla Sicilia a Napoli, dalla Spagna alla Provenza, nelle Fiandre fino ad Urbino e Venezia e, fu proprio in occasione di questi soggiorni che si appropriò di nuove conoscenze traducendole in un linguaggio figurativo che costituì una vera novità per l'epoca. Nella Napoli di Alfonso d'Este ha modo di conoscere la pittura fiamminga, successivamente approfondita durante un viaggio nelle Fiandre mentre da Venezia riporta la sensibilità cromatica, la luminosità ed in ultima istanza, ma non meno importante, da Urbino la lezione di Piero della Francesca fondamentale per la costruzione della spazio e delle forme.
Tra le opere in esposizione numerosi sono i ritratti, un genere nel quale l'artista messinese si contraddistinse per originalità stilistica: Ritratto di giovane gentiluomo, Ritratto d'uomo, sono solo alcuni esempi. L' impostazione classica del ritratto risulta rinnovata, attraverso la raffigurazione dei soggetti di tre quarti anziché di profilo, fornendo una resa psicologica più approfondita; un naturalismo espressivo senza precedenti; accompagnato dalla resa analitica dei particolari ripresa dalla pittura d'oltralpe in particolare da Petrus Christus e Van Eych anch'egli presente in mostra con Ritratto virile o Ritratto d'uomo con il cappello azzurro del Museo Nazionale di Bucarest. Un'opera considerata cardine della ritrattistica proposta da Antonello da Messina è il Salvator Mundi, raffigurante Cristo a mezzo busto dietro un parapetto che con gesto benedicente rivolge lo sguardo all' osservatore: il dipinto venne ripensato in un secondo momento dall'artista che modificò scollo e mano in favore di una maggiore profondità spaziale.
Nella Madonna Benson la volumetria dei corpi della vergine e del bambino realizzata attraverso la luce non possono essere spiegati senza l'influenza di Piero della Francesca così come l'Annunciata, una delle ultime opere dell'artista: costruita attraverso forme volumetriche, la piramide e l'ovale, riprese dall'Italia centrale, la vergine posta di tre quarti si trova in meditazione colta nell'istante successivo alla partenza dell' angelo.
Il dipinto l'Annunciazione parzialmente distrutto nella parte inferiore dal terremoto di Messina del 1908, rivela la fusione fra arte nordica per la cura dei dettagli d'ambiente ed una spazialità italiana che si può riscontrare anche nel Polittico Uffizi proveniente da Brera. L'ultima opera in esposizione è una Madonna con il Bambino realizzata durante gli ultimi anni di vita dell' artista e portata a compimento dal figlio Jacobello che negli anni successivi raccoglierà l'eredità del padre pur non riuscendo a raggiungere i medesimi risultati. Le opere esposte, seguendo una linea verosimilmente cronologica, sono facilmente visionabili grazie agli ampi spazi offerti dal Mart ed i pannelli riepilogano in modo abbastanza sintetico ed esaustivo il contesto storico artistico entro cui si inserisce l'attività di Antonello.
1475-76 Londra, National Gallery
Da molti studiosi è considerato un autoritratto in età giovanile dell'artista.
La tipologia ritrattistica è di derivazione nordica come si può notare dall'impostazione della figura di tre quarti tuttavia, presenta alcune varianti, come la maggiore introspezione psicologica del personaggio che ha lo sguardo rivolto verso lo spettatore. Rispetto ai ritratti fiamminghi del medesimo periodo, Antonello da Messina è meno attento alla resa dettagliata dei particolari puntando maggiormente al carattere del personaggio.La figura è costruita attraverso una ferma costruzione geometrica delle forme (l'ovale del volto, il berretto).
1475,Galleria Nazionale della Sicilia, Palermo
Antonello raffigura Maria nell' istante successivo alla partenza dell' angelo:la donna accoglie la notizia mostrando un atteggiamento riflessivo.
L' immagine è costruita attraverso forme geometriche quali l' ovale del volto e la piramide del manto.
Il tavolo ed il leggio sono obliqui rispetto al piano dell' osservatore e questo aspetto conferisce profondità all' ambiente.
1429 circa – Sibiu, Muzeul National Brukenthal
L' uomo è rappresentato a mezzo busto di tre quarti, lo sguardo non è rivolto verso l' osservatore ma verso la parte sinistra.
Attenzione alla cura dei dettagli fisiognomicamente corretto sono i due aspetti che maggiormente contraddistinguono la tipologia ritrattistica introdotta nelle Fiandre da Van Eyck negli anni '40 del 1400.
1465-1470Washington, National Galery
Le due figure nella volumetria e nella plasticità dei corpi ricordano le sculture coeve. Molto evidente è l'atteggiamento affettuoso che lega la Madre al Bambino, che appare "umanizzato", gioca con lo scollo dell'abito della Vergine apparendo divertito.
L'ambientazione all'aperto, ariosa ed il dialogo tra il Bambino e la Vergine ricordano le opere di Giovanni Bellini che Antonello ebbe modo di vedere durante un suo viaggio a Venezia nel 1976.
1465 Londra, National Gallery
Anche in questo caso l'artista si rifà a modelli nordici rappresentando il Cristo frontalmente e mettendo in evidenza le mani.
Il modo in cui sono state rappresentate, in scorcio, indica uno studio della spazialità che è prettamente italiano.
Il dipinto presenta un pentimento in corso d'opera ovvero, un ripensamento da parte dell'artista evidente nella resa dello scollo della veste; prima accollata e successivamente ridotta ad una morbida piega.
I particolari dei capelli e della barba sono resi minuziosamente: l'artista riesce a conferire loro morbidezza studiando con esattezza anche l'incidenza della luce che, provenendo dalla destra del Cristo, ricade sui capelli trasformandoli nella parte inferiore in ciocche dorate.
1474 Siracusa, Museo Bellomo
La scena è ambientata in un interno architettonico, evidente dalla colonna in primo piano che divide idealmente le due figure, dal soffitto ligneo e dalla presenza di un'apertura che si affaccia su di una stanza. Il dipinto è stato fortemente danneggiato dal terremoto del 1908 e durante gli anni '40 venne restaurato al fine di poter colmare alcune lacune.
Oltre le due finestre, in secondo piano, si intravede un paesaggio che funge da fonte luminosa che invade l'interno della stanza creando un'atmosfera che avvolge figure ed oggetti.
La composizione è costruita attraverso un impianto prospettico che ricorda le ricerche spaziali di Piero della Francesca.
Commenti: 0