Un titolo migliore non poteva essere scelto per presentare al pubblico un corpus di 60 opere dell'artista francese August Rodin allestite all'interno della Sala delle Cariatidi presso Palazzo Reale di Milano. Proprio così, per lo scultore francese il marmo era vita e lo studio di aspetti come il movimento, la profondità spaziale furono il filo conduttore della sua ricerca artistica.
Rodin attraverso un attento studio dei modelli riuscì a conferire energia alle sue figure che distendendosi, divincolandosi, raggomitolandosi, mostrano linee pulite, equilibrate, armoniche con una plasticità sorprendente. Rodin giunse a "riabilitare la scultura", in un periodo in cui l'estetica romantica di fine Ottocento, a differenza degli anni precedenti. faticava a riconoscerle doti di apprezzamento, considerandola secondaria rispetto alle altre tecniche espressive, in primis la pittura.
La mostra è suddivisa in tre sezioni. La prima prende in considerazione le opere della primaria produzione artistica dell' artista: vi sono sculture a soggetto mitologico, ritratti moderni che negli anni successivi verranno ripresi e reinterpretati secondo la consuetudine propria dell' artista di realizzarne in numerose varianti. In questa prima sezione vi è l'opera intitolata L' Uomo dal naso rotto, presentata al Salon parigino e rifiutata aspramente dalla critica : la considerò scandalosa e priva di grazia. Rodin raffigura un facchino dei mercati generali di Parigi senza alcun tentativo di idealizzazione ma con realismo puro e semplice. Le opere inserite in questa prima parte della mostra sono accomunate da corpi plasticamente definiti, fortemente illusionistici nella restituzione dei dettagli, anche i più comuni, dei personaggi raffigurati.
Nella seconda sezione vi sono opere che vanno dal 1895 al 1905 come il Bacio . Protagonisti dell' opera sono gli amanti danteschi Paolo e Francesca: concepita come un gruppo scultoreo di grandi dimensioni, l' opera presenta un soggetto dichiaratamente erotico che Rodin pensò inizialmente come parte di un insieme di altre figure per la Porta dell' Inferno, opera in bronzo mai condotta a termine. La scultura venne realizzata per poter essere osservata da più punti di vista, caratteristica compositiva alla quale Rodin prestava massima attenzione . In queste opere la base è volutamente lasciata grezza, perché non fondamentalmente necessaria a ritenere l' opera compiuta; come affermò lo stesso Rodin che dichiarò la propria opera terminata non appena il fine artistico fosse stato raggiunto. Nell' opera la Mano di Dio Rodin mette al servizio della scultura un calco della propria mano per esprimere in modo molto particolare l' atto della creazione: da un blocco di marmo grezzamente sbozzato emergono i corpi di Adamo e Eva assopiti in un abbraccio avvolgente mentre la mano del Creatore li sorregge.
Nell' ultima parte della mostra si possono ammirare le opere realizzate durante la sua ultima fase artistica che va dal 1905 al 1917. Il tratto distintivo delle opere di questo periodo è l' incompiutezza che trova fonte di ispirazione nelle opere di Michelangelo Buonarroti che ebbe modo di visionare durante un viaggio in Italia nel 1876. Le figure emergono faticosamente dal blocco di marmo svelandosi allo spettatore come frammenti intensamente espressivi.
L' artista desiderava poter lasciare spazio all' immaginazione del pubblico, l' opera nitida, rifinita esteriormente in ogni sua parte non faceva parte della sua poetica. Rodin rifiutò ogni forma di accademismo, le convenzioni del periodo e a tal ragione può considerarsi il primo scultore moderno.
L' allestimento espositivo risulta originale. Le opere sono tutte riunite in un'unica sala e, quando ci si ritrova all' interno si ha la sensazione di essere in visita ad uno studio d'artista, più che in un museo: le sculture sono poggiate su assi di legno come se l' artista una volta ultimata l'opera, l'avesse lasciata lì, in attesa di essere esposta al prossimo Salon parigino.
1887 Musèe Rodin, Parigi
Paolo e Francesca personaggi danteschi del V canto dell' inferno emergono dal blocco di marmo grezzamente scolpito.
I corpi dei due amanti si contorciono in un singolare abbraccio che li accompagna verso il loro inesorabile tragico destino.
Rodin in quest'opera ed in tutte le altre sculture realizzate pone particolare attenzione alla relazione tra l' opera e l' ambiente in cui è inserita.
Infatti egli rende possibile la visione della scultura da molteplici punti di vista.
1889 Musèe Rodin, Parigi
Danaide è una figura mitologica greca che Rodin rappresenta accovacciata su un blocco di pietra, sfinita dalla fatica di aver riempito un otre senza fondo.
Questa era la condanna eterna, che Zeus le inflisse, per aver ucciso il marito su ordine del padre.La figura emerge dal marmo grezzo in tutta la sinuosità e sensualità delle proprie membra.
1898, Museè Rodin, Parigi
Adamo ed Eva sono piccoli corpi, non ancora perfettamente definiti,stretti uno accanto all' altro sostenuti dalla mano di Dio.
Essi sono inerti,e a poco a poco prendono vita protetti dalla grande mano del Creatore.
La parte inferiore non è interamente scolpita e risulta fortemente in contrasto con i corpi dei primi due esseri umani cosi levigati e morbidi.
1863, Museè Rodin, Parigi
E' un' opera giovanile di A.Rodin che realizza conferendo plasticità e volumetria alla superficie e soffermandosi sul volto espressivo dell' effiggiato.
In quest' opera il volto ed il busto del' uomo appaiono perfettamente levigati aspetto che, non potrà essere riscontrato negli anni più tardi della sua produzione artistica nei quali prevarrà la poetica dell' incompiuto.
1891, Museè Rodin, Parigi
Busto ritratto del pittore simbolista francese Pierre Puvis de Chavannes.
L' opera appartiene all' ultimo periodo di produzione artistica dello scultore francese, durante il quale le figure realizzate emergono faticosamente dal blocco di pietra.
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