E'
magnifica, la nuova Carrara! Pinacoteca d'Arte Antica tra le più importanti in Italia: un ricco patrimonio artistico riunito all'interno delle
sue sale, che raccontano cinque secoli di arte italiana con qualche digressione
oltralpe.
Il
Conte Giacomo Carrara in primis, a
seguire Guglielmo Lochis, Giovanni Morelli fino a giungere a Federico Zeri sono stati gli artefici, nel corso del tempo della costituzione di una collezione d'arte
di fondamentale importanza per la città di Bergamo e l'Italia intera. I collezionisti, mossi
principalmente da una passione per l'arte, seppero interpretare
il gusto collezionistico dell'epoca, decisi a perpetrare testimonianze artistiche
di così alto valore mediante le loro donazioni.
Dopo sette anni di chiusura, l'Accademia Carrara il 23 aprile 2015 ha riaperto al pubblico, con un ordinamento dei dipinti completamente nuovo. Molte delle opere esposte, negli ultimi tempi, sono state oggetto di interventi di restauro finalizzati alla conservazione e fra queste possiamo ricordare il Ritratto di Giovane ed il Cristo in Pietà di Giovanni Bellini, Il S. Sebastiano di Raffaello, La Madonna con il Bambino di A.Mantegna.
Le circa 600 opere d'arte conservate ed esposte al pubblico seguono un criterio di
allestimento che prevede il susseguirsi cronologico di dipinti dall'epoca
tardogotica alla fine dell'800, mediante una suddivisione per generi pittorici
ed aree geografiche della penisola.
All'ingresso
del museo, a fare gli onori di casa vi è
l'ideatore della raccolta d'arte e e della Scuola di Pittura, il Conte Giacomo Carrara ritratto in un busto scultoreo eseguito da
Antonio Canova e probabilmente allievi nel 1804-1805.
Ventotto sale disposte su due piani raccolgono in una collezione permanente opere del
tardo quattrocento, del primo rinascimento come quelle di Botticelli e Raffaello, del
'500 in area padana con Mantegna passando per il Veneto con Giovanni Bellini, i
ritratti di Moroni, le nature morte di Baschenis, la ritrattistica
aristocratica di Frà Galgario.
E
che dire dei paesaggi e delle vedute settecentesche di Guardi, Canaletto e
Bellotto, la pittura di storia di Francesco Hayez ed il paesaggio romantico
ottocentesco?
Al
primo piano troviamo opere dal '400 al '500 mentre al secondo piano opere dal
'500 all'800.
Nella
prima sala dipinti del periodo tardogotico sono disposti a fila mentre dalla
seconda sala fino alla fine del percorso, la collocazione delle opere segue un
criterio tipicamente collezionistico che vuole le opere disposte su tutta la
parete.
Il
ritratto di Leonello d'Este di Pisanello è la prima opera che incontriamo
mentre con De Nittis e Pellizza da Volpedo termina il percorso di visita. Nel mezzo
troviamo epoche diversificate di storia dell'arte espresse attraverso generi, stili e
virtuosismi pittorici che rappresentano una geografia artistica varia e
complessa.
La
suddivisione in aree tematiche e per scuole pittoriche consente di approfondire vari aspetti, come ad esempio i generi pittorici oppure di concentrare
l'attenzione su singoli artisti a cui sono dedicate interamente delle sale come
nel caso di Lorenzo Lotto, Cariani e di Moroni. Lo spazio esclusivo riservato
a questi artisti è un omaggio alla loro arte, di grande rilevanza nel panorama artistico.
In
particolare la produzione artistica di Lorenzo Lotto, senza nulla togliere agli
altri artisti coevi presenti in esposizione, merita tutta la considerazione
riservatagli, dopo i secoli in cui il suo linguaggio figurativo venne
completamente ignorato da parte della critica moderna e scoperto in seguito
solo nel secolo scorso.
Interessanti
sono le due sale destinate rispettivamente alla collezione di sculture donate
dallo storico dell'arte Federico Zeri e la sala destinata alla bottega dei
Fantoni, scultori bergamaschi che realizzarono mirabili opere lignee a soggetto
sacro e mitologico.
Dalle
opere di artisti noti al pubblico ai meno noti, indubbiamente la collezione
della Carrara è un gioiello ritrovato di inestimabile valore artistico, storico
e culturale. Esso ci permette di
comprendere molteplici aspetti della nostra società come ad esempio l'evoluzione del concetto di bellezza e del
gusto estetico nel tempo e l'influenza
che sia forme politiche che religiose hanno avuto sugli artisti i quali, a volte, sono riusciti a svincolarsi
portando avanti la loro libertà espressiva.
1475 Tempera su tela (43x31 cm)
Questo dipinto è collocato nella prima sala ed è stato restaurato da poco tempo. Realizzato a tempera, è molto fragile e necessita di un monitoraggio continuo.
Lo sguardo della Vergine è assente, probabilmente assorta in pensieri che riguardano il sacrificio per l'umanità al quale Cristo successivamente sarà chiamato.
1500-1504 Tempera su tavola (86x165 cm)
Il dipinto venne realizzato a tempera su tavola, molto probabilmente per un arredo ligneo di una stanza matrimoniale.
La vicenda narrata fa riferimento alle storie di Virginia delle quali parla lo storico romano Tito Livio all'interno della sua opera Ab urbe condita, III che racconta della città di Roma.
1740 c.a. Olio su tela (61x49 cm)
Nel dipinto è rappresentata una scena di interni di una dimora veneziana con personaggi mascherati teatranti.
Longhi con minuzia di particolari riporta gli aspetti più caratteristici della Venezia dell'epoca: l'interesse per il divertimento, per l'effimero ed il lusso e gli intrighi amorosi.
1441 Tempera su tavola (28x 19 cm)
L'opera è un ritratto di corte che fu commissionato da Leonello d'Este all'artista e a Jacopo Bellini. Fu una sorta di concorso al quale parteciparono entrambi, vinse Bellini con un'opera andata perduta.
Pisanello nella realizzazione dell'opera si rifà alla medaglistica, impostando il volto del duca di profilo, attraverso un realismo fisionomico costruito mediante la linea.
I fiori sul fondo sono puramente decorativi.
1456 Tempera su tavola (68x38 cm)
L'opera segna una svolta dal periodo tardogotico a quello rinascimentale.
All'interno di un'architettura classica tipicamente mantegnesca, i personaggi appaiono umanizzati. In lontananza si scorge un paesaggio che si spinge in profondità grazie all'utilizzo della prospettiva matematica, una novità in quegli anni.
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