Al di là delle vicissitudini politico-amministrative che
hanno interessato negli ultimi mesi e stanno tuttora interessando l' Accademia
Carrara, le notizie che si susseguono circa la riapertura, gli interventi di
restauro ed il nuovo progetto di allestimento, forse ci siamo distratti o semplicemente non ci siamo mai soffermati, con la dovuta attenzione, sulla
genesi e sulla storia dell' Istituzione museale più importante della nostra
città.
Un aspetto peculiare dell'Accademia, fortemente
caratterizzante la sua fisionomia originaria del 1820 è la sua natura
collezionistica. Essa infatti iniziò a prendere forma, già alcuni decenni
prima, partendo dalla collezione del Conte Giacomo Carrara che, da erudito
collezionista e mecenate qual' era donò come eredità testamentaria l'intera sua
raccolta ; successivamente ampliata
grazie ai lasciti dei cittadini bergamaschi più illustri, profondi
estimatori d'arte come G. Lochis, G. Morelli, Orsetti solo per citarne alcuni.
Per molto tempo l'Accademia mantenne un allestimento
museografico basato su una presentazione
delle opere secondo la collezione cui facevano riferimento, fino a
quando nel 1958 la gestione dell' istituzione museale passò nelle mani dell'amministrazione comunale di Bergamo con conseguente riallestimento.
Il patrimonio culturale dell'Accademia Carrara è immenso
basti pensare che il corpus di opere che la costituisce copre un periodo
storico che va dal "400 all' "800, all' interno del quale troviamo
declinate le esperienze figurative delle principali scuole artistiche italiane.
Il repertorio figurativo è dominato dalle opere dei grandi
maestri di ogni secolo, Raffaello, Tiziano, Botticelli, Tiepolo, Bellini,
Antonello da Messina ma, lo scrigno della Carrara racchiude al suo
interno, le opere degli artisti bergamaschi che hanno dominato il panorama
artistico orobico, come i cinquecenteschi Lotto, Previtali, Giovanni Cariani
e Palma il Vecchio che seppero costituire una valida alternativa
alle composizioni dei veneti Tiziano e Giorgione imperanti sulla scena
artistica di quegli anni.
Dalla ritrattistica come genere privilegiato di Moroni, passando per il naturalismo di Ceresa, E. Baschenis, fino ad arrivare a
V. Ghislandi e Giovanni Carnovali,
il nuovo percorso museale mostrerà al
pubblico l' avvicendarsi di personalità artistiche che attraverso le loro
personali chiavi di lettura hanno fornito spunti ed interpretazioni interessanti
di tematiche spesso riproponendoli proprio perché "i pittori ripetono i temi per sedurre con i temi che
hanno già sedotto".( G.Romano).
Nel frattempo molti dipinti della Carrara sono stati in
viaggio, durante questo lungo periodo di chiusura sono stati protagonisti di esposizioni presso alcune città europee riscontrando un
apprezzamento ed un notevole interesse. Come ad esempio quella terminata nel mese di luglio presso il Museo Puskin di Mosca a cura di Giovanni Valagussa e Viktoria Markova,
curatrice della sezione della pittura italiana. Quello che ci sia augura è che la partecipazione e l'attrattiva suscitata dai dipinti presso i musei che le hanno ospitate non si
esaurisca ma possa rinnovarsi continuamente ed in modo particolare nella nostra
città, quando le opere saranno di nuovo riunite, all'interno del nuovo spazio
espositivo rimarcando ai visitatori che
l'Accademia Carrara è annoverata tra i musei d'arte antica più importanti in
Italia.
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