I
Visconti di Brignano, ramo famigliare di discendenza dell'antica casata
milanese, nell'intento di rendere manifesto il proprio potere, affidarono la
dimostrazione della propria grandezza al loro edificio residenziale.
Il
prestigio sociale di una famiglia nobiliare, passava anche attraverso
l'abitazione. Spesso magnificamente decorate, queste dimore elette a ruolo di
rappresentanza simboleggiavano così la ricchezza della dinastia e soprattutto
il suo desiderio di autocelebrazione.
Palazzo
Visconti prese forma basandosi su questi presupposti divenendo un eccellente
esempio di architettura barocca lombarda.
L'edificio
dal 2004 è sede municipale, per una decina di anni è stato sottoposto ad alcune operazioni di restauro a seguito delle quali l'apparato decorativo ha ripreso il
suo aspetto nativo.
Grazie
alla documentazione d'archivio è stato possibile tracciare, seppur non in modo
esaustivo, gli interventi di adattamento del palazzo.
Si ipotizza che l'edificio residenziale fosse stato edificato su un nucleo fortificato preesistente ovvero l'antico Castello di Brignano del quale sono rimasti alcuni elementi architettonici ma, difficilmente compatibili con la costruzione successiva.
Il palazzo (fig 1) è un complesso architettonico dallo stile severo, realizzato in pietra serena. Dal suo ingresso si giunge ad un cortile porticato delimitato da colonne a pianta quadrata che a sua volta immette in una corte d'onore (fig 2) sulla quale si affacciano finestre scandite da modanature lineari ed un loggiato in corrispondenza del piano nobile.
Se all'esterno il palazzo è essenziale e sobrio, all'interno la decorazione pittorica è a dir poco scenografica ed è legata ad un esplicita volontà propagandistica e celebrativa dei Visconti.
Lo scalone di rappresentanza, che funge da ingresso, presenta pareti interamente affrescate con figure mitologiche ed allegorie femminili: figure monocrome, plastiche e tornite si stagliano sulle pareti accanto a sfondati prospettici tipici del periodo. Il programma decorativo è di carattere allegorico- morale e ad emergere sono le qualità personali dei membri della famiglia.
La figura di Ercole con i pomi delle Esperidi (fig 3) che simboleggia la scaltrezza ne è un esempio così come l'Intelligenza, dote personificata da una donna con serpe e sfera armillare (fig 4).
Lo spazio illusionistico favorisce la perfetta inclusione del visitatore nell'ambiente nel quale possiamo scorgere un uomo che fuma al balcone (fig 5) ed altre due figure affacciate alle finestre e balaustre (fig 6) e (fig 7).
Una spettacolare visione di scorcio è offerta dal soffitto (fig 8) nel quale è raffigurato Giove, dio di tutti gli dei, accanto allo stemma visconteo, un bambino con biscia, circondato da altre divinità come Marte, Flora e Mercurio bambino. Lo spazio reale viene completamente trasfigurato secondo la particolare tecnica della quadratura ampiamente utilizzata nel palazzo per celebrare l'autorevolezza dei committenti.
Decorazione ad affresco situata sullo scalone che porta al piano nobile.
Quest'ultimi li ritroviamo raffigurati nella Sala del Trono insieme ad altri componenti del numeroso ramo famigliare visconteo. In questo luogo del palazzo si assolvevano funzioni di rappresentanza, esso rappresentava il fulcro simbolico della celebrazione dinastica ed è l'unico ambiente che presenta una data, il 1675, posta sotto il basamento di una colonna.
I ritratti di otto dei dodici signori di Milano, compaiono sulle pareti, ciascuno con il suo emblema, dipinti su piedistalli all'interno di finte nicchie alcune delle quali aperte sul paesaggio ed affiancate da colonne tortili le quali hanno basamenti monocromi con raffigurazioni delle virtù (fig 9).
Nel secondo ordine della decorazione sono raffigurati alcuni putti con strumenti musicali e nella parte sommitale della parete episodi legati all'esistenza dei Visconti come le scene delle loro battaglie. Le colonne tortili dalle decorazioni monocrome ed argentee arricchiscono con eleganza e grande impatto visivo le pareti che, in alcuni punti presentano uno strato pittorico difficilmente leggibile a causa dei pochi lacerti decorativi rimasti(fig 10). Nelle parti mancanti è probabile che fosse raffigurato uno stemma di famiglia oppure un'allegoria.
Sull'autore degli affreschi brignanesi poco si sa, probabilmente fu Mariani, quadraturista attivo anche nella decorazione del settecentesco Palazzo Nuovo.
Ai piedi di ogni statua si può notare il nome del personaggio raffigurato. Paolo Giovio medico e poeta italiano entrò in contatto con molte casate nobiliari tra le quali i Visconti, in un suo testo pubblicato per la prima volta nel 1853 narra le vicende legate alla signoria milanese dal quale si possono trarre interessanti spunti riguardo la loro fisionomia.
La sala delle maschere (fig 11) è un stanza molto ampia in cui sono conservate le maschere lignee restaurate che in origine erano collocate lungo le pareti esterne in corrispondenza delle travi. Si tratta di 165 mascheroni antropomorfi realizzati a scopo decorativo che rappresentano un unicum in tutta la Lombardia. Le maschere spesso dall'aspetto grottesco o deforme erano considerate oggetti magici in grado di allontanare spiriti malvagi.
All'interno del palazzo sono presenti altri ambienti (fig 12) che sono stati riportati alla luce grazie ad un minuzioso lavoro di restauro.
Da questi interventi sono emerse prospettive dipinte, la cui lettura risulta difficile e per le quali si può ricorrere ad una buona dose di immaginazione.
La sala delle maschere si trova in un ambiente che in origine era costituito da tre stanze separate. Per permettere ai visitatori una visione completa dei manufatti, ogni tre anni a rotazione le maschere vengono sostituite con altre non ancora esposte.
l'Innominato, personaggio letterario dei Promessi Sposi è il nome scelto per questa stanza del palazzo (fig 13 a) e (fig 13 b) che originariamente si presentava come una Galleria con numerosi quadri, sculture e specchi. La denominazione fa riferimento a Francesco Bernardino Visconti discendente di Sagramoro I figlio di Barnabò Visconti. Che fosse veramente lui il personaggio a cui Alessandro Manzoni si ispirò nei Promessi Sposi?
Parallele al "Salone dell'Innominato" ci sono 4 salette utilizzate giornalmente e decorate a fregio solo nella parte sottostante il soffitto. Le decorazioni sono a tema mitologico con scene di battaglie, antiche rovine, scene campestri e sfondati prospettici. (fig 14) e (fig 15).
Il Palazzo fino agli anni '70 del ‘900 rimase in uno stato di decadenza, negli anni successivi iniziò il lento recupero che lo ha riportato alle sue sembianze originarie.
Questa sala presenta una decorazione a fregio solo nella parte sommitale della parete, il resto della superficie muraria era libera.
Per chi desidera respirare l’atmosfera di quel tempo,
facendosi sedurre dagli scenografici affreschi, una tappa alla residenza di Brignano è una tappa irrinunciabile.
Periodicamente vengono organizzate visite guidate che
consentono la conoscenza del patrimonio artistico locale. Guida d’eccezione, durante il tour al quale ho partecipato, è stata la Dott.sa Beatrice Bolandrini,
Sindaco di Brignano nonché storico dell’arte. La sua professionalità e il continuo impegno per la
valorizzazione della struttura hanno permesso di mantenere “vivo” questo
importante luogo di arte e storia.
È possibile visitare la dimora viscontea di Brignano
durante le giornate dei Castelli, palazzi e borghi medievali aperti, iniziativa
sostenuta dall’Ufficio Iat del Comune di Martinengo che in collaborazione con
Turismo Bergamo, ogni anno si occupa della promozione del territorio della
Bassa Bergamasca Orientale.
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